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I segreti dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP tra storia, usanze e tradizione

La storia dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP è davvero molto complessa, e ricostruirne il passato attraverso le numerose sfaccettature non è certamente semplice. Esistono moltissime sfaccettature, e per questo motivo e la ricostruzione del passato è una vera sfida. Nelle prossime righe vedremo insieme quali sono i suoi segreti, tra storia, usanze e tradizione. 

Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP: cos’è?

L’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP è un prodotto davvero unico al mondo, invidiato dai buongustai di qualsiasi Paese. Parliamo di un condimento pregiato con origini antichissime, ottenuto dalla fermentazione del mosto di uve provenienti solo ed esclusivamente dalla provincia di Modena, acetificato e successivamente invecchiato per un periodo di almeno dodici anni. 

Tra i prodotti alimentari più tipici e caratteristici del comprensorio modenese, questo aceto riveste una grandissima importanza grazie alle sue caratteristiche. La modesta produzione di bottiglie ne aumenta ulteriormente il suo valore, ma ne stabilisce anche il pregio economico e il prestigio all’interno di quello che è lo scenario culinario nazionale ed internazionale.

Tra il prodotto e i fattori climatici ed agrari del modenese esiste un legame molto stretto, che tra l’altro trova conferma nel tassativo divieto di impiegare tecniche di invecchiamento artificiale destinate ad accelerarne la tempistica. In altre parole, la peculiarità della provenienza della materia prima, rende di fatto irriproducibili le caratteristiche dell’Aceto balsamico tradizionale di Modena DOP al di fuori della zona prevista dal Disciplinare.

I segreti dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP

Alcuni segreti rendono l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP una delle eccellenze più conosciute al mondo del nostro Paese. Tra questi troviamo il segreto per un sapore perfetto. La tradizione infatti, ricorda che per mantenere sigillata delicatamente ogni botte di legno, e con lo scopo di offrire un sapore bilanciato perfettamente, sopra ad ogni botte venga posta una pietra del fiume Panaro.

L’arte dell’assaggio invece, risiede tutta nel cucchiaio o eventualmente nella mano. Questo significa che nel momento dell’assaggio, si dovrà assolutamente evitare il cucchiaio di metallo, in favore di uno di ceramica. Secondo gli esperti, infatti, il metallo potrebbe influenzarne il gusto. In alternativa, un altro metodo collaudato consiste nel versarne qualche goccia sul dorso della mano, tra pollice e indice. 

In questo modo il calore della pelle consentirà di esaltare i sapori del liquido durante l’assaggio. Un altro segreto è quello della bottiglia. Per l’imbottigliamento dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP infatti, è permessa solo ed esclusivamente una forma, ovvero quella dell’iconico tulipano rovesciato. Si tratta di un progetto che porta la firma di Giorgetto Giugiaro, uno dei più grandi designer italiani.

Vogliamo ricordare come Giugiaro sia anche il creatore delle linee di alcune delle auto più famose di sempre del nostro Paese. Ma non finisce qui, perché nell’elenco dei segreti, troviamo quello della pazienza, tanta pazienza. L’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP infatti, è il risultato di un lungo invecchiamento della durata di almeno 12 anni. Fortunatamente però, vale davvero la pena aspettare. Chiaramente quelli elencati sono solamente alcuni dei principali segreti, perché molti altri sono gelosamente nascosti. Dopo tanti secoli, tutto ciò contribuisce a mantenere intatto il fascino di questa eccellenza.

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