Il drug test, detto comunemente droga test o test antidroga, è stato introdotto anche sul posto di lavoro e viene effettuato, secondo la legge, dal medico del lavoro aziendale. Lo scopo dell’entrata in vigore relativo all’obbligo, da parte del datore di lavoro di far effettuare suddetti controlli, deriva dalla necessità di verificare l’integrità psicofisica del lavoratore soprattutto per coloro che svolgono le mansioni considerate pericolose.
Test antidroga in azienda: quali sono le mansioni pericolose?
La legge prevede che per alcune mansioni, ritenute ad alto rischio, sia obbligatorio, da parte del datore di lavoro, verificare il buono stato psicofisico del lavoratore.
Secondo la normativa precedentemente indicata, sono state segnalate tutti i lavori per cui è richiesto il test antidroga. La maggior parte, sono attività che prevedono la guida di macchine, ad esempio gli autisti adibiti al trasporto di persone o merci pericolose, il personale marittimo nelle sezioni di coperta e di macchina, il personale ed i controllori di volo, addetti alla conduzione di trattori agricoli, forestali, escavatori oltre al personale ferroviario.
Altre mansioni incluse sono gli addetti alla produzione o vendita di esplosivi, e coloro che svolgono attività nel settore dell’edilizia o in cave e miniere.
Sono esclusi dall’obbligatorietà di effettuare il test antidroga invece i conducenti dei camion ad eccezione di coloro che, come detto precedentemente, trasportano persone o merci considerate pericolose.
Test antidroga: come si effettua?
Il droga test medicina del lavoro viene effettuato dal medico del lavoro aziendale.
Secondo la normativa, il medico che procederà ad eseguire il test potrà utilizzare come campione da prelevare: l’urina oppure il capello. In aggiunta, la legge indica quali sono le sostanze che devono essere ricercate, come: oppiacei metaboliti, cocaina, cannabinoidi, amfetamina, metanfetamina, MDMA, metadone, oltre ai valori di soglia presenti nel campione che non devono essere superati.
Lo svolgimento del test avviene in due fasi: nella prima, è prevista la visita medica e, dopo, si effettua il test in cui viene prelevato il materiale biologico per individuare l’eventuale presenza di sostanze stupefacenti nel soggetto.
Successivamente aver effettuato le analisi di laboratorio, se il risultato è positivo, si avvia la seconda fase: il medico deve comunicare quanto rilevato al datore di lavoro ed al lavoratore stesso, in forma scritta. Dopodiché, egli dichiarerà quest’ultimo momentaneamente inidoneo a svolgere la sua mansione, inviando il lavoratore al SERT del comprensorio sanitario di appartenenza e, qui, viene effettuata una visita specialistica con degli ulteriori accertamenti sul campione urinario.
Se richiesto dal SERT, potrà essere effettuato anche il test del capello, ritenuto maggiormente affidabile: infatti, esso è in grado di rilevare un consumo di sostanze stupefacenti anche a diversi mesi di distanza dall’assunzione.
Test antidroga: il datore di lavoro può farlo “a sorpresa”?
La legge stabilisce che, per le mansioni a cui è richiesto, il test antidroga deve essere effettuato una volta all’anno dal medico del lavoro aziendale. Il lavoratore non sarà informato dal datore di lavoro circa la data in cui verrà sottoposto ad accertamenti, al fine di non compromettere la veridicità dei controlli, ma potrebbe essere dato un preavviso massimo di 24 ore.
Il datore di lavoro può richiedere al medico aziendale che sia eseguito il test, in casi di sospetto. Tuttavia, in tal caso, il datore di lavoro deve avere prove o indizi su cui fondare la propria domanda di indagine.